venerdì 16 dicembre 2011

# 13 - In town, again.



Colonna sonora: Bob Dylan - Like a Rolling Stone (consigliamo - tanto per cambiare - l'ascolto durante la lettura).


 'Non mi mancherai, mai più!'

Così si erano lasciati sotto casa di Maria. Lui piangeva come un bambino in fasce, urlandole che era solo una come tante, e che l'avrebbe superata, e lei si scusava di continuo, dicendo che le dispiaceva ma che non poteva farci niente, che tra loro non c'era la scintilla, e stronzate del genere, stronzate che le ragazze viziate dell'alta società raccontano ai loro ragazzi dell'alta società per poi correre a farsi cattivi ragazzi dei bassifondi, per farla pagare ai genitori miliardari che passano tutto il loro tempo ad organizzare squallide feste con gente altrettanto squallida.

Io questo lo so perché prima di diventare polvere e perdere tutto quel che avevo, ho lavorato al caso di Oliver, e su di lui non avevo trovato un bel niente. I miei continui appostamenti somigliavano ad una serie tv per teenagers. Oliver che usciva con una ragazza e la volta dopo veniva brutalmente scaricato, Oliver che usciva con un'altra ragazza e la volta dopo la ragazza non si presentava, Oliver che usciva con un'altra ragazza ancora e quella si faceva venire le mestruazioni a comando e 'no, mi dispiace Oliver, sto davvero uno schifo'.



In pratica il fascicolo del ragazzo raccoglieva, divise per date e ore del giorno, tutte le delusioni in ambito amoroso e sessuale. I genitori, alla vista del fascicolo, avevano fatto una risatina e si erano rasserenati. L'eccezione. Oliver era solo depresso, non si drogava e non beveva. Per i suoi genitori quella era una buona notizia.

Rividi Oliver durante un altro lavoro. Mi spedirono a Brighton per tener d'occhio un presunto marito infedele, e saltò fuori dopo due ore di voyeurismo pagato profumatamente, che il maritino andava a Brighton ogni week-end per vedere la sorella, che non era affatto in buoni rapporti con il resto della famiglia. Decisi di prendermi una serata libera, e cominciai a camminare in direzione del pontile.
Laggiù il parco divertimenti era aperto, e così decisi di farmi un giro. Ero già stato al Brighton Pier, e avevo già provato, quand'ero più giovane, le attrazioni del parco. Quella sera il divertimento che mi aspettava era ben diverso da quello di dieci anni prima. 

Le luci intermittenti delle attrazioni e le fastidiose musichette ad ogni banchetto mi davano un senso di nausea profondo, forse ero rimasto fuori dal mondo reale troppo a lungo, e quella ressa di gente euforica mi stava riportanto alla realtà. 


Quando vidi Oliver, forse per sindrome da appostamento compulsivo, mi nascosi dietro al banchetto dello zucchero filato. Dimenticai in quel momento di non essere lì per lui. Nascondermi fu un gesto naturale, e a pensarci bene, fu un gesto provvidenziale. 

Oliver aspettava davanti all'Air Driver Super Booster, e controllava l'orologio ogni 30 secondi circa. Aspettava qualcuno, ed era evidente. Tirai un sospiro di sollievo e pensai di godermi la scena, l'ennesimo appuntamento andato male. La puntata con i contenuti extra della mia serie tv preferita degli ultimi tempi. Mi sarei goduto il primo bacio con schivata di lei, il tentativo di prenderle la mano che si trasforma in grattata al fondo schiena, l'imbarazzo di lui nell'accorgersi che un fiocco di pop-corn si è attaccato al palato e via dicendo. Me la sarei goduta dall'inizio alla fine, e poi sarei tornato a Londra a riderci sopra. 

Alle 21.30, lei arrivò.
All'inizio pensai che si trattasse di una che le somigliava, di una coincidenza. Poi, mentre si avvicinava, pensai che forse fosse solo colpa della mia ossessione per lei a rendere quella ragazza così somigliante al mio demone preferito.

Poi, quando finalmente lei fu più vicina, mi resi conto che era lei per davvero. 
L'avevo trovata. Mesi di ricerche senza risultati, e lei era lì, in piedi davanti ad Oliver, con i suoi occhi azzurro ghiaccio e i suoi maledetti capelli rossi e le sue dannate lentiggini, che sorrideva come l'angelo più in alto nella scala di grazia divina. 
Il mio respiro quasi inesistente si fece più forte e decisi che non l'avrei persa, mai più. 
L'avrei seguita e una volta soli, avrei fatto quel che dovevo. L'avrei uccisa, e mi sarei ripreso quel che mi apparteneva, e che lei mi aveva portato via con tanta facilità.

L'appuntamento, come avevo immaginato vedendola arrivare, andò alla grande. 
Nessuna schivata durante il primo bacio, loro due mano nella mano, e quanto avrei voluto dire ad Oliver che lei era un'assassina, e che lui sarebbe stato solo l'ennesima vittima del Demonio. Volevo, ma non lo feci. Oliver era il mio pretesto. La mia esca. 

Salirono su tutte le attrazioni e lui arrossiva ogni volta che lei sorrideva. Le comprò lo zucchero filato e vinse per lei un maledetto orso di peluche e quando arrivò il momento di tornare a casa, lei gli disse che lo avrebbe accompagnato, che aveva la macchina al parcheggio. 

Lui le disse 'ok' con gli occhi che brillavano di aspettativa.
Quando arrivarono nel parcheggio lei lo baciò vicino alla macchina, e lui, un po' impacciato, le sfiorò i capelli, e sorrise. 

L'ultimo sorriso di Oliver, il ragazzo che non si drogava, che non beveva. L'ultimo sorriso di Oliver-fascicolo-pulito. Era tardi e il parcheggio era deserto. Le luci del Pier si spensero una alla volta, e dopo un altro paio di baci, i due erano in macchina a pomiciare. Si sarebbe trattato di una scena ordinaria, se non fosse stato per il fatto che lei era un'assassina della razza peggiore. Di quelle che ti ammazzano lentamente, e poi ti piegano gambe e braccia e ti chiudono nel bagagliaio.

Questo accadde ad Oliver, quella notte. Lei lo uccise esattamente come aveva fatto con me, e lo gettò in una canalina di scolo. Voleva che lo trovassero, come era stato per me.

Da quel momento in poi, la mia ossessione divenne sete di vendetta.
Cominciò il mio viaggio. Approfittai di ogni mio momento e di ogni suo movimento per comprendere dove volesse arrivare. Quale fosse la sua motivazione. 

L'avrei studiata e una volta scoperta quella motivazione, l'avrei presa e l'avrei portata con me dove entrambi dovevamo stare. Avrei risolto la mia questione in sospeso e finalmente sarei stato libero. Non più a metà, non più nè fantasma nè uomo. Avrei riscattato la mia morte e quella degli altri come me. Anche loro dovevano essere in giro a vivere vite ormai terminate, in cerca della loro assassina. Avrei incontrato anche Oliver, prima o poi, e gli avrei spiegato cos'era capitato. Gli avrei insegnato a stare tra i vivi, somigliando a loro. 
Poi gli avrei spiegato quel che dovevamo fare, insieme.

Avrei ucciso Jess. 

Lo giurai davanti a Dio.

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