martedì 1 novembre 2011

# 4 - Il posto dov'eri tu.







Colonna sonora: Death Cab for Cutie - I will follow you into the dark (consigliamo l'ascolto durante la lettura). 



Al mondo esiste ancora qualcuno che ha voglia di tentare, e tentare, e tentare.
Un uomo può far rimbalzare un sasso sull’acqua anche trentotto volte.
Sdraiati sull’immensa distesa di spiaggia ghiaiosa, nel grigiore invernale, due innamorati guardano il cielo l’uno accanto all’altra.

‘Verrò con te.’

Le onde assaggiano la battigia, una dietro l’altra, e riportano al mare quel che poi ritorna.
Nessuno a distanza di kilometri, mani fredde come ghiaccio.
Tentare, e tentare, finché non trovi l’anima gemella, finché la ricerca sembra essere terminata.

Due respiri impercettibili, che si confondono con il fiato del vento freddo di novembre.
L’acqua da vicino sembra ancor più gelida.
Tentare perché qualcosa dovremmo pur fare, durante la nostra breve permanenza sulla terra.

‘Verrò con te.’

La linea dell’orizzonte diventa all’improvviso vicina.

‘Devo andare da solo.’

Un uomo può far rimbalzare un sasso sull’acqua anche trentotto volte, ma non è mai in grado di fare la cosa giusta, di tenersi stretto al respiro di un altro essere umano. Certe volte le azioni più impensabili si rivelano più semplici delle azioni più semplici.
Siamo soli in fin dei conti, forse è per questo che tentiamo, e tentiamo e tentiamo ancora. Forse è per questo che arriviamo dove nessuno è mai arrivato prima.
Non si toccano, loro, sdraiati sulla ghiaia inumidita, un letto di fredda e amara consapevolezza.
Il tempo si esaurisce, si esaurisce il respiro, come termina l’infanzia, e senza che tu te ne accorga non sei più un bambino.

‘Lascia che venga insieme a te.’

Una preghiera d’inverno, che esce dalla bocca di lei sotto forma di nuvola, che prende vita in essa e in essa perde vita.
Il rumore delle onde che tornano in riva, e dalla riva tornano indietro. Forse l’unica certezza del mondo è questa, tutto ritorna dove nasce. 

Lui si tira su, si mette a sedere. Abbraccia le gambe e poi guarda il mare.

‘Mi dispiace, se non tornerò in tempo.’

In tempo per il suo compleanno. In tempo per tutto quel che sembrava scontato.
Lei si tira su, si mette a sedere. Stringe la mano di lui, e il guanto di lana scura sembra dividerli ancor di più.
Una volta era diverso. Diversi loro.

‘Sono sicura che ce la farai, a tornare in tempo.’

Una lacrima gelida riga la guancia di lei, come un leggero rivolo di prospettiva le riga il volto.
Dopo le onde, tornerà anche lui.
Tentare per non smettere mai di credere che sia possibile, comunque possibile, far rimbalzare un sasso per trentanove volte, sullo specchio di acqua gelida del mare, qualsiasi mare.

Nel posto dov’era lui. Dov’erano, dove non sono più.



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